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Sara Levi Nathan, Patriota mazziniana



di Cristina Siboni

Sara nasce a Roma nel ghetto ebraico il 7.12.1819; rimane orfana di madre all’età di undici anni e a 15 viene data in sposa a Moses Nathan di vent’anni più grande di lei, agente di cambio ebreo tedesco ma residente a Londra dove la coppia si trasferisce dopo il matrimonio del 1836; dal matrimonio nacquero 12 figli a breve distanza gli uni dagli altri ai quali volle fosse data una istruzione paritaria, rara per l’epoca.

Incarnò l’ideale Mazziniano di madre cittadina per le sue capacità di educare personalmente i figli e, contemporaneamente dedicarsi alle cause politiche e filantropiche, destando l’ammirazione di Giorgina Saffi e Jessie Mario White che ne lodarono le doti.

L’incontro fra Sara e Giuseppe Mazzini avvenne a Londra nel 1837, a casa del cugino di Sara, Pellegrino Rosselli, amico di Mazzini, un incontro che sarà per lei come una “FOLGORAZIONE” e definirà Mazzini come grande Maestro, e lo guarderà sempre come un essere sacro.

Inizia una attività politica molto intensa, affiancandolo e appassionandosi sempre più, alla idea Repubblicana. Di Mazzini ne divenne una sostenitrice, aiutandolo nella ricerca dei fondi per la costruzione di una scuola per l’istruzione dei migranti italiani a Londra.

Era infatti sua convinzione che il problema italiano si sarebbe risolto con la crescita a livello intellettuale e spirituale di ogni cittadino, soprattutto le donne che con l’istruzione avrebbero potuto modificare il ruolo subalterno nella società prendendo così coscienza dei propri diritti.

Alla morte del marito, avvenuta nel 1859, finanziò, ella stessa, sempre più le attività del MAESTRO, avendo ereditato un cospicuo lascito. Si trasferisce a Milano da dove intreccia una fitta corrispondenza con il Maestro, tramite il cugino Rosselli. Nelle lettere Mazzini la chiama affettuosamente Sarina e lei lo chiama Pippo come i più intimi collaboratori. Si lamenta di questo “uomo che sembra vivere in modo quasi ascetico solo di carte e calamaio, di una chitarra e di un immancabile sigaro” divenendo tramite fra “PIPPO” (pseudonimo di Mazzini) e “Peppino” (pseudonimo di Garibaldi) insoddisfatta per l’esito, a favore del re, dell’unificazione d’Italia, nella speranza di potere unire la mente e il braccio, e che il paese potesse avvicinarsi, alla svolta Repubblicana cara a Mazzini.

Messa sotto sorveglianza, per la sua attività nel partito di azione, nel 1865, poco prima di essere arrestata si rifugia poi a Lugano dove acquista villa Tanzina, che diventerà luogo di ritrovo per i pilastri del risorgimento italiano quali: Pisacane, Saffi, Bixio e Cattaneo.

Nel 1871 raccoglie i fondi necessari alla apertura del giornale pensiero e azione caro a Mazzini, ed è per questo impegno che riceverà da Mazzini una lettera di riconoscenza e stima affettuosa a cui viene allegato un anello, per suggellare la unione delle loro anime.

Mazzini soggiorno a villa Tanzina con lo pseudonimo MR Browne nel 1871, trasferendosi poi a Pisa

Nel 1872 raggiunge a Pisa l’amico oramai morente assistendolo fino alla fine che arriva il 10.3.1872, scrivendo di lui:

Amici non piangete egli riposa…ci ha lasciato un tesoro da cospargere su tutta l’umanità, nostro sia il compito di seminarlo in ogni dove quindi non lacrime non lamenti ma pensiero e azione

Con l’impegno e la passione sempre profusa per la causa  nell’ottobre del 1873  inaugura a Roma le sale Mazzini dove si svolgeranno lezioni sui diritti e doveri dell’uomo; insieme all’amico Quadrio finanziò il giornale “Emancipazione”; Insieme ai figli riordina gli scritti di Mazzini e ne acquista i diritti, che nel 1900 il figlio Ernesto Nathan ( il sindaco di Roma più celebrato di ogni tempo 1907-1913) dona  alla Stato Italiano, fondò” l’unione benefica” , casa di accoglienza per le prostitute di strada, per fornire loro vitto alloggio e lavoro, fondo una scuola femminile, completamente gratuita, che lei stessa diresse, dove insegnò  storia e geografia per far sì che le donne, per far sì che le donne  sapessero di materie al tempo esclusiva degli uomini.

Nel febbraio 1882 si spegne a Londra, a seguito delle complicanze di una delicata, a cui si era sottoposta senza che nessuno lo sapesse, per non arrecare peso e preoccupazioni alla famiglia lasciando poche righe di testamento, poiché non poteva più parlare, le sue spoglie riposano oggi al cimitero del Verano a Roma

Sara Levi Nathan lascia una indelebile traccia nella storia di VERA REPUBBLICANA

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